Dal 06 aprile al 15 giugno 2020 le attività partecipative si sviluppano sulla piattaforma G Suite for Education dell’Istituto Banzi. Gli attori di Asteroide e gli studenti continuano a tessere legami. Proseguono in autunno con gli attori di comunità, per perfezionare online il futuro prossimo del progetto.
Viene utilizzato Padlet per delineare tematismi, contenuti e prospettive.
GOPP in lockdown
Aprile 2020. Studenti e attori di comunità condividono strumenti ed azioni partecipative. Nel cuore del lockdown si introduce il metodo G.O.P.P. per sviluppare l’analisi di un problema presente, direttamente vissuto:
Quali sono i problemi da affrontare per entrare “in contatto” con i ragazzi attraverso il digitale?
Si procede nell’identificazione dei problemi (situazioni negative attuali) avviando la loro gerarchizzazione secondo la relazione di causa-effetto, leggibile dal basso verso l’alto, per un albero dei problemi da ribaltare al positivo, per un imminente albero degli obiettivi, con cui modellare future linee progettuali.
La metodologia G.O.P.P. (Goal Oriented Project Planning), progettazione orientata agli obiettivi, è un metodo innovativo consolidato, in cui i diversi attori-chiave ed i beneficiari di un progetto intervengono con l’obiettivo finale di definire una matrice di progettazione strutturata e completa, con tutti gli elementi fondamentali, obiettivi generali, scopo, risultati, attività, indicatori, rischi.
Permacultura: una sola identità, fra scuola e quartiere
Maggio 2020. Attori di comunità, cittadini e studenti definiscono il carattere dell’innovazione sociale come unica identità, per la scuola e per il quartiere.
Con un unico laboratorio sviluppato online a più tappe, riconoscono il senso del Futuro Urbano: la permacultura. Si tratta di un metodo di coltivazione del sapere e del fare che, sulla base di principi e strategie ecologiche, permette di progettare insediamenti culturali di prossimità umana, simili agli ecosistemi naturali, in grado di mantenersi autonomamente e di rinnovarsi con un basso impiego di energia.
Con questa inclinazione naturale, le due comunità, scolastica e di quartiere, vogliono perseguire un insieme di pratiche mirate, per progettare e gestire paesaggi antropizzati, per i bisogni della popolazione, materiali e immateriali, in modo da soddisfare resilienza, ricchezza e stabilità dell’ecosistema umano naturale.
Cittadini, studenti, associazioni, istituzioni sono insieme disegnatori di comunità. Ragionano su un intero vocabolario di questioni comuni, per la scuola e per il quartiere, senza fratture. Scelgono i fattori prioritari e li riorganizzano in un’unica mappa mentale, giungendo ad un solo apparato radicale a 4 direzioni strategiche: apprendimento e azioni, relazioni, ricerca, emozioni.
Scuola e attori di quartiere si riconoscono: processi di apprendimento e progetti per l’innovazione di quartiere si rispecchiano nello stesso apparato radicale. Cucina, sartoria, artigianato, orti, turismo, street art, teatro di comunità, innovazione digitale, hanno connotazione sociale e sostanza educativa, così come i processi di crescita culturale tracciati a scuola.
Gli apparati radicali comuni
Ramo dell’apprendimento e delle azioni. Viene alimentato dall’osservazione del passato. Le emozioni sono il fondamento dell’insegnamento, motivano l’apprendimento. Con le emozioni si fanno esperienze e si tocca con mano. Con le emozioni si impara a rischiare. Con le emozioni si supera la paura di essere inadeguati. Per apprendere e fare si deve ridurre l’antagonismo fra docente e studente, così come quello fra attori sociali. Solo così le classi e le organizzazioni di uno stesso sistema sono sistemi a molte menti. Occorre ascoltare senza giudicare, per potenziare le abilità e le diversità di ognuno, perché le persone non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere. Perché si formano prima le persone e poi le figure professionali, continuando a fare esperienze e toccando con mano.
Ramo delle Relazioni. Per costruire relazioni occorre accendere fuoco ed entusiasmo e dedicare tempo alla relazione. Per costruire relazioni occorre riempire i vuoti con le emozioni, mischiare le discipline, rendere desiderosi di partecipare, per trovare se stessi. Per costruire relazioni è necessario ridurre le gerarchie, formare una squadra senza pregiudizi, collaborare, studiare come superare la paura di essere inadeguati, imparare giocando, discutere dei problemi, divertirsi con gli altri, prendere l’impegno di comprendere, per trovare se stessi. Per costruire relazioni è necessario analizzare i problemi, discutere dei problemi, leggere cose che riguardano la nostra vita, costruire dialoghi fra culture, prendere l’impegno di comprendere, per trovare se stessi.
Ramo della Ricerca. Per ricercare è necessario collegare arte e scienza: così si cerca l’essenza delle materie e si arricchisce il modo di pensare, pensando al domani e alla salute dell’uomo. Per ricercare è importante stare nei vuoti che nascono dal confronto creativo: lì si promuove il pensiero critico, si sviluppano i dialoghi, si creano le domande. Così nascono i voti. Per ricercare occorre curare la dimensione sociale, e per farlo occorre esplorare con il talento di tutti, studiare con le emozioni, fare come gli innamorati scrittori funamboli, che creano ponti fra persone e contenuti, per costruire una comunità che apprende e che fa correre le idee insieme.
Ramo delle Emozioni. Per curare le emozioni occorre accendere fuoco ed entusiasmo. Per farlo bisogna iniziare sorridendo, costruire dialoghi fra culture, insegnare meno teoria e più pratica. Per farlo bisogna vivere un tempo felice. E per vivere un tempo felice bisogna discutere con gli altri, imparare giocando, divertirsi con gli altri. Per curare le emozioni bisogna studiare come superare la paura di essere inadeguati, bisogna essere visionari per trovare se stessi, essere se stessi e connessi, comprendere le persone che si valutano ed evidenziarne la bellezza.
Il Terzo Discorso all’Ora del Tè
Maggio 2020. Asteroide B167 interseca l’Ora del Tè, un progetto di AMA con le associazioni 167 rEvolution, Ricic’Arte, Villeggiatura in panchina e Kurumuny Edizioni per Lecce Città che Legge del Comune di Lecce, con il sostegno del CEPELL-MIBACT per la promozione del libro e della lettura.
Per più domeniche, dal tempo del lockdown in poi, si sperimenta la prossimità insieme, in una sola stanza digitale. Ogni volta c’è un tema portante attraversato da artisti, abitanti, lettori, che fiorisce nelle loro case in forma di prodotto corale autonomo, di Terzo Discorso.
Fedele Congedo, del team di Asteroide, è in ascolto. Nella mano sinistra ha uno smartphone che inquadra il foglio, nella destra il pennarello che scorre sulla carta trasferendovi i discorsi in tempo reale. Si compie un’esperienza combinatoria dei dialoghi online fra persone molto diverse, a partire da un unico tema, con una fusione delle molte parti discorsive. Il risultato finale di ogni incontro è un grande foglio, con testi a blocchi, che alla fine risultano fusi in un unico “terzo discorso”: un solo testo omogeneo altro, scritto di getto senza ripensamenti, un accadimento corale di voci legate.
Nell’ascolto profondo, si scrive quello che dice la persona, in un blocco a più righe. Quando interviene un nuovo ospite, nasce un nuovo blocco, a sinistra del primo. Il testo del secondo intervento diviene la causa del già detto: ogni riga è causa o effetto di parti già scritte. Altri ospiti intervengono e si continua fino alla fine. E alla fine scopri che la riga del primo blocco, scritto dopo il secondo, si lega alla prima del secondo blocco: tutte le voci funzionano a staffetta, attraverso tutti i blocchi. Così leggendo, tu attraversi le persone. Lo puoi fare in più direzioni.